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La Vendemmia di Vite Sparse e Francesco: Liguria 2020

La Vendemmia di Vite Sparse e Francesco: Liguria 2020

[Leggi il primo capitolo del diario di vendemmia in Liguria]

Ci siamo. Si comincia a fare sul serio. Conosco la squadra di Andrea: Giacomo, laureando di Viticoltura ed Enologia a Pisa, Nicola, studente di Agraria e apicoltore, e Alessio, neodiplomato raccoglitore e aiutante di cantina di giorno e cameriere la sera. Cassette alla mano, mi incammino con Francesco e Alessio verso i filari dietro di cantina. Tiro fuori le forbici e dò il via alla seconda vendemmia del 2020 di Vite Sparse, Federico in Sicilia è già alle prese col catarratto di Valdibella.

I grappoli di albana sono grossi e compatti. Gli acini sotto i denti fanno resistenza per lo spessore della buccia fino a esplodere in tutta la loro dolcezza. La macerazione ci restituirà un tannino grintoso, il succo un bel frutto. Le mani corrono veloci e in tempo mezz’ora mi taglio due volte. Capisco il “fate attenzione” della recensione su Amazon delle nuove forbici che ho comprato . Non solo il vino, ma anche la vendemmia è convivialità: da una parte all’altra del filare si parla e si scherza. Alla prima pausa sigaretta ho riempito quattro cassette, Alessio e Francesco ne hanno chiuse otto a testa.

Andrea sul trattoreA mezzogiorno non c’è più l’ombra di un grappolo appeso alle piante. Andrea ci raggiunge sul trattore, monto sul rimorchio mentre Francesco e Alessio tra i filari mi passano le cassette da caricare. Andrea a luglio mi aveva mostrato con fierezza il suo investimento per la vendemmia 2020: una diraspatrice nuova di pacca ancora avvolta nel cellofan. Nello spiazzo davanti alla cantina mi rendo conto che la diraspatrice è diventata un banco d’appoggio, affianco a un’altra diraspatrice degli anni ’80.

Che è successo alla nuova diraspatrice?-
-Rotta. Lascia stare che divento una bestia. Quest’anno non ne va giusta una-
Sorrido, conoscendo Andrea immagino sia una frase che venga pronunciata a ogni vendemmia.
Il tempo di pigiare e mandare il mosto in vasca che Franca, la mamma di Andrea, ci chiama. Sul tavolo in legno all’ombra di un ciliegio una pentola fumante di pasta al ragù. Tiro fuori dallo zaino una bottiglia di Opposto.

Questo è il primo vino di Vite Sparse, mi piacerebbe sapere che ne pensate-
Picchia di alcol eh? Quanto fa, tredici e mezzo?- azzarda Riccardo.
-Quindici- rispondo sorridendo sotto i baffi. È una conferma che la percezione dell’alcol è relativa. È la combinazione delle componenti di un vino a fare l’equilibrio.
Complimenti Pie, si sente che è giovane, ma questo tra tre o quattro anni è un gran vino – chiude Andrea.

Il terzo caffè della giornata ci dà il segnale che è tempo di rimettersi al lavoro, direzione trebbiano. A Baleri le uve sono bellissime: grappoli compatti e perfetti. Il trebbiano, più neutro all’assaggio rispetto all’albana, ci darà la giunta spinta acida di freschezza e beva. L’uva è tanta, per riempire la nostra vasca ne basta la metà, ma ovviamente si porta avanti il lavoro anche per i vini de La Felce. Questa volta a raccogliere ci sono tutti: Andrea, la sua compagna Daniela, Nicola e Giacomo. In sette si fa presto e per le cinque siamo già di nuovo in cantina.

Andrea in vascaMentre si svuotano le cassette in diraspatrice entra dal cancello il prete del paese. Andrea non perde l’occasione.
Prete benedica la vendemmia che quest’anno ne abbiamo bisogno-
Dieci minuti dopo, quando mancano le ultime dieci casse d’uva per chiudere la giornata, la vecchia diraspatrice fa un botto, si blocca e non dà più segni di vita. Andrea urlando ringrazia il prete e le varie divinità a modo suo, poi mi guarda esausto.
La vostra vasca è già piena, ora si fa come dico io-

I grappoli vengono buttati ancora con i raspi in una vaschetta da cinquecento litri, Andrea si mette in mutande e salta dentro la vasca. Mentre pigia coi piedi, gli scatto qualche foto da “calendario Pirelli del vignaiolo”. Farlo uscire senza rovesciare tutto è impresa non da poco. Gli facciamo una doccia ghiacciata all’acqua della pompa e poi si riveste mentre laviamo cassette e cantina.
Andiamo su che oggi non ne voglio più sapere niente

All’agriturismo prima di cena, mi metto al computer a buttare giù qualche impressione della giornata, mentre una coppia di ragazzi prepara la cena nella cucina all’aria aperta sotto alla veranda. Apro una bottiglia di Aloe, l’unica bottiglia di Vite Sparse che Andrea non ha ancora assaggiato. È una barbera del 2009 che ha passato dieci anni in legno. Quando io e Fede l’abbiamo imbottigliato, il vino ha reagito chiudendosi in riduzione. Il vino rivela la sua vera essenza solo dopo ore dall’apertura. Aprirla stasera per fargliela assaggiare domani è una buona mossa.

Offro un bicchiere ai ragazzi e basta questo perché mi invitino a prendere parte alla loro cena. Irina e Giacomo sono una coppia di ragazzi bergamaschi in vacanza. Mi fanno dimenticare della stanchezza e passiamo la serata insieme tra vino, chiacchiere e racconti delle nostre vite. Il mondo del vino non gli appartiene, ma l’Aloe gli piace un sacco e mi fanno felice. Ne conservo l’ultimo goccio per Andrea e ci diamo appuntamento alla sera successiva.

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